La Nuova Sardegna

Cagliari

«Cemento nelle aree a rischio»

«Cemento nelle aree a rischio»

Esposto degli ecologisti contro le scelte contenute nel Puc di Capoterra, la Procura apre un fascicolo

07 novembre 2012
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CAGLIARI. La disastrosa alluvione del 22 ottobre 2008 non ha insegnato nulla, il consiglio comunale di Capoterra ha adottato un piano urbanistico che prevede la possibilità di costruire su aree ad alto rischio idraulico. A denunciare una serie di scelte che appaiono paradossali, assunte dall’assemblea civica, sono il Gruppo di Intervento giuridico e gli Amici della Terra. L’esposto, estremamente dettagliato e ricco di riferimenti cartografici, è già all’esame della Procura della Repubblica che ha aperto un fascicolo senza ipotesi di reato. Facile prevedere nuove indagini su un territorio già al centro di un colossale processo penale con otto imputati, dove i pm Daniele Caria e Guido Pani attribuiscono pesanti responsabilità alla passata amministrazione comunale di Capoterra. Avantieri le due associazioni ecologiste hanno trasmesso al Comune un «atto di osservazioni» di cui gli uffici dovranno tener conto nel corso della procedura di approvazione. Ma nell’esposto sono indicate nove zone «ad alto rischio idraulico» dove secondo Stefano Deliperi è prevista la possibilità di costruire. Fra questi Maddalena spiaggia, Santa Lucia, Frutti d’Oro, Su Spantu, Rio San Girolamo, Poggio dei Pini, Santa Rosa e altri. Fa impressione leggere nell’elenco delle aree alcuni dei luoghi diventati tristemente noti dopo l’alluvione di quattr’anni fa. Luoghi in cui si è costruito a vanvera nei decenni malgrado si trattasse di aree ad alto rischio idrogeologico. L’amministrazione di Capoterra sta dunque preparando un nuovo disastro? Il sindaco Francesco Dessì nega con decisione: «Non è vero nulla - taglia corto il capo dell’esecutivo comunale - il Puc è stato soltanto adottato ed è ampiamente modificabile anche in base alle osservazioni che sono arrivate e che arriveranno. Lo strtumento che abbiamo adottato è il frutto di un lungo lavoro di copianificazione condotto con la Regione partendo dagli studi di ingegneri idraulici e altri tecnici specializzati. C’è stato un confronto intenso con la Regione, abbiamo seguito a puntino le norme ed pra c’è tempo fino al 19 novembre per ulteriori osservazioni». Dessì smentisce che siano stati programmate volumetrie in zone a rischio: «Dove non si può costruire non si costruisce - avverte il sindaco - e non capisco a cosa facciano riferimento le associazioni ecologiste. Possiamo dimostrare carte alla mano che è tutto in regola, è bene che la Procura indaghi, così si saprà come stanno le cose». Sul sospetto che le aree vicine a una presunta proprietà dell’ex sindaco Giorgio Marongiu siano state premiate dal Puc il sindaco cade dalle nuvole: «Non ne so nulla - spiega - non so neppure se Marongiu abbia proprietà, ma quando abbiamo elaborato il Puc non siamo stati a guardare a chi appartenessero le aree, si è lavorato seguendo le indicazioni dei tecnici e basta». Il dibattimento per l’alluvione con quattro morti si aprirà il 15 marzo. Sono state ammesse al processo 170 persone offese, che hanno subìto la perdita di familiari o danni alla propria casa e alle proprie attività. Gli imputati sono Giovanni Calvisi, presidente della cooperativa Poggio dei Pini, Sergio Virgilio Cocciu, progettista e direttore dei lavori, Giambattista Novella, responsabile del settore opere idrauliche e assetto idrogeologico del Genio civile di Cagliari, Giorgio Marongiu, ex sindaco di Capoterra, Sergio Carrus, funzionario reperibile del servizio regionale di Protezione civile, Antonio Deplano, coordinatore del servizio del Genio civile, Bruno Brunelletti e Giorgio Carboni, entrambi a capo del Compartimento Anas sardo. (m.l)

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