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Cagliari

Vertenza entrate, dopo tre anni arriva il primo miliardo

di Filippo Peretti
Vertenza entrate, dopo tre anni arriva il primo miliardo

Il governo Monti mette i fondi nell’assestamento 2012. L’annuncio del relatore Calvisi (Pd) spiazza giunta e centrodestra

16 settembre 2012
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CAGLIARI. L’intesa firmata da Romano Prodi e Renato Soru è del 2006 e sarebbe dovuto scattare nel 2010. Ma Silvio Berlusconi e Giulio Tremonti dissero «no», Ugo Cappellacci prima perse tempo avviando le procedure delle norme di attuazione, poi presentò il ricorso alla Corte costituzionale e una diffida a Mario Monti. Sono trascorsi tre anni di polemiche e di battaglie e ora, dopo i pronunciamenti della Consulta e della Corte dei conti e i frequenti richiami di Giorgio Napolitano al rispetto degli accordi, il governo centrale ha finalmente messo in bilancio le «nuove entrate finanziarie» che spettano alla Sardegna: un miliardo e 383 milioni di euro per il pregresso dal 2010 al 2012.

L’annuncio della «vittoria dopo una lunga battaglia» è stato dato ieri mattina da Giulio Calvisi, membro della commissione Bilancio della Camera e relatore della manovra di assestamento che sarà votata giovedì a Montecitorio. Il deputato del Pd, affiancato dai dirigenti del partito in una conferenza stampa, ha spiazzato la giunta Cappellacci e tutto il centrodestra, che, subito dopo, hanno fatto commenti diversi: molto freddi in prima battuta, più calorosi con il passare delle ore.

Vediamo innanzitutto i numeri. Nel bilancio di previsione dell’anno in corso per la Sardegna era stato prevista, come quota erariale, una cifra di 4,650 miliardi di euro. Grazie all’arretrato triennale, con l’assestamento la Sardegna avrà invece 5,659 miliardi. Bisogna infatti ricordare che, per via dei sacrifici chiesti dal govern a tutte le Regioni, c’era già stato un taglio di 383 milioni, che va così ad attenuare il trasferimento delle «nuove entrate».

Solo a fine anno, con la prossima manovra finanziaria nazionale, si saprà quale sarà il valore nel 2013, cioè a regime, dell’intesa Prodi-Soru. Secondo Calvisi dovrebbe portare l’ammontare della devoluzione erariale a 6 miliardi: «Ma visti i tempi sarebbe un successo – ha spiegato – se si riuscisse a confermare i 5,6 miliardi complessivi ottenuti nel 2012 anche con l’arretrato relativo al 2010 e al 2011».

C’è da ricordare che in base all’accordo sulle «nuove entrate», che all’epoca della firma del 2006 veniva ipotizzato in una cifra attorno al miliardo di euro, la Regione si era accollata l’intera spesa sanitaria più quella per la continuità territoriale e il trasporto pubblico locale.

L’iscrizione del miliardo e 383 milioni nel bilancio dello Stato non risolve, però, tutti i problemi. Infatti resta aperta la questione del patto di stabilità: se non sarà ricontrattato a breve scadenza, quei soldi potrebbero non essere utilizzabili, in quanto il patto di stabilità è calcolato non sulla percentuale del bilancio della Regione ma su una cifra fissata annualmente dal ministero dell’Economia. E su questo punto, per il quale la Regione ha presentato un altro ricorso alla Corte costituzionale, la battaglia continua.

Nella conferenza stampa Giulio Calvisi ha evitato i trionfalismi. Dopo aver dato la notizia, sul piano politico ha detto quattro cose. Primo: è il risultato importante ottenuto dalla lotta unitaria avviata nel 2006 e sfociata nell’accordo Prodi-Soru. Secondo: grande artefici è Napolitano, che, soprattutto dopo la visita nell’isola, sta seguendo con attenzione tutte le cose sarde. Terzo: nel rapporto Stato-Regione la giunta Cappellacci è del tutto inesistente, tanto che non si è neppure accorta di questo assestamento. Quarto: la battaglia deve continuare sia per rimodulare il patto di stabilità sia per fare immediata chiarezza sulla strada delle norme di attuazione, che il Pd ha sempre contestato, per il materiale trasferimento delle risorse finanziarie. Il capogruppo regionale del Pd, Giampaolo Diana, ha duramente attaccato Cappellacci: «La cosa negativa di questa vittoria è che dovrà essere gestita da un presidente che si incapace». Il vice segretario Francesca Barracciu: «Ora qualcuno nel centrodestra dichiara che è solo un atto dovuto. Perché non l’ha detto quando governava Berlusconi?». Il deputato Siro Marrocu: «Il governo dei tecnici si sta dimostrando più politico di altri perché ha una linea precisa».

I primi commenti nel centrodestra sono stati freddi. Il deputato Mauro Pili (Pdl): «E’ un atto dovuto, la battaglia sulle entrate non è chiusa». La presidente del Consiglio regionale, Claudia Lombardo: «Risultato importante che raggiunge solo la metà dell’obiettivo».

Ugo Cappellacci e il vice presidente Giorgio La Spisa (che è anche assessore al Bilancio) hanno detto che il risultato è frutto della battaglia di tutta la Sardegna e dell’ostinazione con cui la giunta è andata avanti, seguendo anche le vie legali: «Hanno dato risultati e ora proseguiremo sul versante del patto di stabilità». La Spisa ha smentito che la Regione non fosse informata: l’ultimo di una lunga serie di incontri col ministero risale al 7 settembre». Il capogruppo del Pdl, Pietro Pittalis: «E’ un successo della linea Cappellacci. Curioso il Pd: fa appelli all’unità ma se c’è qualcosa di positivo si prende tutti i meriti».

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