La Nuova Sardegna

Cagliari

LE INIZIATIVE imprenditoriali

Tra parchi tematici e artistici hotel

INVIATO A BARUMINI. Si sa, una rondine non fa primavera. E neppure estate, in verità. Infatti, non l’hanno fatta neppure le affluenze quasi record registrate qui a pasquetta e in questo avanzato...

24 giugno 2012
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INVIATO A BARUMINI. Si sa, una rondine non fa primavera. E neppure estate, in verità. Infatti, non l’hanno fatta neppure le affluenze quasi record registrate qui a pasquetta e in questo avanzato scorcio di stagione estiva, con la reggia nuragica e gli altri siti (da palazzo Zapata al Centro di documentazione “Giovanni Lilliu”, che unitamente a Su Nuraxi dà lavoro a ben 60 persone, quasi tutte giovanissime) quasi presi d’assalto. Ma quella del turismo culturale è sostanzialmente l’unica (ma preziosissima) risorsa di Barumini, forse il centro più vivace dell’intero territorio. Giusto un esempio: dalle virtuali ceneri di quello che un tempo era il cinema del paese è nato un piccolo albergo – il “Diecizero” – che offre delle insolite camere a tema ( “Le bambole”, “Ph”, “Oscura”, “Vhs”) ideate e realizzate da una piccola equipe di artisti avanguardisti. Turismo culturale, si è detto: una carta potenzialmente vincente sulla quale puntò tutto lo scomparso Giovanni Pusceddu, sindaco di Villanovaforru, padre spirituale di tutte le iniziative turistiche del territorio e artefice di quel Consorzio “Sa Corona arrubia”, che ha dato vita al Museo del Territorio (posto lungo la provinciale Collinas-Villanovaforru, paese quest’ultimo con non nascoste velleità di “capitale culturale” della Marmilla. E a due passi del Museo c’è una seggiovia che dalla pianura porta sul del suggestivo altipiano della Giara ricco di flora endemica (e su questo versante caratterizzato dalla più grande e meglio conservata tomba dei giganti,“Sa domu’e s’orku”), ma che funziona a singhiozzo, quasi a testimoniare il mezzo fallimento di un progetto che andava meglio supportato anche dagli enti pubblici. Museo, anzi musei. Sì, perché oramai anche il più minuscolo paese della Marmilla ne possiede uno, spesso ripetitivo e poco frequentato.

Dal pubblico, al privato. Già, perché da queste parti, dove l’industria non è mai arrivata e dove fino agli anni Ottanta l’unica esperienza assimilabile fu quella del glorioso “pastificio Puddu” di Siddi (nei cui ruderi dovrebbe sorgere un Centro culturale polivalente), l’unica realtà che produce soldi e – seppure pochi – posti di lavoro sono i cinque ettari occupati dal parco “Sardegna in miniatura” (nato invero nel 2000 con i fondi – circa un miliardo e mezzo delle vecchie lire – della legge regionale 28 e che attualmente ha un valore di oltre tre volte tanto grazie ai continui investimenti della proprietà) che si trova lungo la strada che collega Las Plassas a Tuili oggi totalmente autosufficiente per quanto riguarda l’energia elettrica, che infatti viene prodotta “in casa”. Ma senza nulla togliere al progetto iniziale va detto che la riproposizione in scala dell’isola passa in secondo piano a fronte delle “aggiunte” fatte nel corso degli anni , tutte di alto valore didattico e con uno spessore scientifico non trascurabile: dal padiglione Darwin (che ripropone il cammino dell’omonimo grande naturalista, propulsore dell’affascinante teoria sull’evoluzione della specie), alla biosfera dove viene riproposto in termini reali, ovvero con flora e fauna, un angolo della foresta tropicale, passando per il nuovissimo laboratorio dedicato alle energie rinnovabili (una sorta di palestra educativa sull’importanza del rispetto ambientale), realizzato da un pool di giovani ingegneri del Crs4 di Pula, nel contesto del più ampio progetto regionale “Sardegna Co2 zero”. Ma da un certo punto di vista il fiore all’occhiello del parco può essere considerato il Museo dell’Astronomia (piccolo ma ben curato) e il Planetario ad esso collegato. Struttura quest’ultima su cui vale la pena spendere due parole in più, perché pur nel pieno rispetto delle dinamiche legate alla concorrenza è innegabile che sia al centro di un vero e proprio attacco mediatico sferrato da un imprenditore-editore cagliaritano e portato avanti a colpi di pagine e pagine pubblicitarie strategicamente posizionate accanto alle cronache del Medio Campidano con le quali si lascia intendere che quello realizzato nel capoluogo regionale sia l’unico e vero Planetario della Sardegna.

Troppo facile, diciamolo. È come se Golia-Cagliari volesse spazzare via Davide-Marmilla: le sacre scritture dicono come andò poi a finire. (pmc)

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