La Nuova Sardegna

Cagliari

Magnificat, il mondo del felino più amato

All’ex Lazzaretto due mesi di letture, happening, laboratori e giochi didattici dedicati ai gatti

17 giugno 2012
2 MINUTI DI LETTURA





CAGLIARI. All' interno dell' ex Lazzaretto di Cagliari ha preso il via "Magnificat", la manifestazione di 66 giorni di esposizioni, reading poetici, lectio magistralis, laboratori didattici e animazione per i bambini, di cui saranno protagonisti i gatti. Gatti che hanno colonizzato le pareti della sala degli Archi, mostrandosi nelle opere dei 13 artisti che offrono la loro personale interpretazione di questo felino. Come quelle di Mauro Piredda che riproduce i suoi mici attraverso un' accurata ricerca tecnica : graffette e filo di metallo, anamorfismi e illusioni ottiche che assumono sembianze gattesche se viste da diverse angolazioni, in un crescendo di aggressività che tocca il suo apice nella tigre fatta con le cartelle di Equitalia da pagare, suggerendo l' idea che le cartelle stesse possiedano una natura feroce o sappiano suscitare ferocia in chi le riceve. O le figure femminili gattesche lunari, sinuose e sornione di Ombretta Locci. “Muezzi” se ne sta adagiata sulla sabbia come se fosse una lettiera, pigra e assorta nella pesca e già nel nome ricorda Muezza, la gatta venerata da Maometto e con la quale era solito predicare, che si era guadagnata il paradiso salvandolo da un serpente, ma anche la nostra “muzzica surda” ed il suo graffiante opportunismo. “Psicopompo” è il titolo che Antonello Dessì ha dato alle sue tele luminescenti e materiche, che riprendono la leggenda che attribuisce al gatto la capacità di intuire il sopravvenire della morte nelle persone che gli stanno accanto per poi accompagnarle nel loro viaggio verso l' ignoto. «Nella lunga storia del gatto – spiega lo scrittore Gianni Marilotti nella conferenza di presentazione – ci sono state alterne fortune; se in Egitto era venerato come una divinità nel Medioevo il gatto era associato al demonio e veniva torturato insieme alle donne considerate streghe» e anche di questo si trova traccia nella mostra. Ci sono poi gli imponenti e coloratissimi gattoni di Rosanna Lonis ed i micini dal muso pasticciato di Marcello Nocera e ancora il gatto cacciatore di roditori di Elias Secci e quello in ceramica di Silvia Piras che gioca col mondo come fosse un gomitolo, opera di denuncia sociale delle logiche del potere odierno che ci tratta sadicamente come tanti topolini. Nell'opera di Antonello Ottonello il gatto non c' è (la poetessa milanese Silvia Denti ci ricorda infatti che il gatto è silenzioso, come assente) è rimasto solo il messaggio: “Torno subito” che campeggia su un paio di stivali e qualche zampata. Nei 66 giorni di MagnifiCat si svolgeranno poi tutta una serie di attività complementari. Ogni giovedì si svolgeranno delle gattomerende creative con letture giocate e miagolate.

Michele Ciampi

Incarichi vacanti

Sanità nel baratro: nell’isola mancano 544 medici di famiglia

di Claudio Zoccheddu
Le nostre iniziative