La Nuova Sardegna

QUARTU. Solleciti di pagamento per migliaia di euro per decine di cellulari di ultima generazione e attivazione di linee telefoniche. Ma lui, un imprenditore di Sestu, non aveva mai comprato nulla. Incredulo, con le cartelle in mano, si è presentato alla stazione dei carabinieri. E i militari della compagnia di Quartu, dopo una lunga serie di indagini che ha portato sino alla provincia di Roma e a Rimini, hanno scoperto che era la vittima di un colossale raggiro. Non era il solo: scoperte altre truffe in tutta Italia. Cosa succedeva? Il truffatore, dopo aver acquisito i dati dell'azienda su internet (ragione sociale, sede legale, partita Iva e numeri di telefono), stipulava un maxi-contratto con rivenditori di telefonini e compagnie telefoniche. Usando documenti falsificati: nome e cognome della vittima, ma foto di un' altra persona. La merce, recapitata regolarmente, finiva a un indirizzo. Mentre le richieste di pagamento andavano al titolare della ditta di Sestu. Risultato? Chi riceveva i prodotti, senza pagare, li rivendeva a prezzi stracciati su internet. Mentre all'imprenditore di Sestu, all'oscuro di tutto, arrivavano le cartelle dai rivenditori di telefonini. Dopo la prima segnalazione, il carabinieri hanno scoperto che all'imprenditore del Cagliaritano stava per arrivare il sollecito per un secondo contratto taroccato. Morale della favola: avrebbe dovuto sborsare circa ventimila euro per telefonini e abbonamenti che non aveva mai acquistato.

Le indagini sono ancora in corso. Ma ci sono già i primi risultati: molta merce recuperata e diverse persone deferite all'autorità giudiziaria per ricettazione. L'invito dei militari alle aziende: prudenza nel lasciare troppi dati su internet.

Stefano Ambu