La Nuova Sardegna

Cagliari

Abolizione delle Province, la Regione si affida a quattro giuristi

Abolizione delle Province, la Regione si affida a quattro giuristi

Dovranno trovare le soluzioni più adeguate per affrontare il vuoto normativo causato dall’abrogazione per referendum delle quattro province sarde di recente istituzione

09 maggio 2012
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CAGLIARI. Il Consiglio regionale sardo chiederà un parere a quattro giuristi per trovare le soluzioni più adeguate ad affrontare il vuoto normativo causato dall’abrogazione per referendum delle quattro province sarde di recente istituzione e della norma che fissava i parametri per calcolare l’indennità dei componenti dell’Assemblea sarda. La presidente Claudia Lombardo, d’intesa con i capigruppo, ha deciso di affidare l’incarico agli esperti di diritto costituzionale e amministrativo Gianni Contu, Benedetto Ballero, Pietro Ciarlo e Andrea Deffenu.

«L’abrogazione delle norme che seguirà ai referendum determinerà una vacatio legis in materie molto complesse come quella delle Province», spiega Lombardo. «Sarà abrogata anche la legge che delineava gli ambiti territoriali provinciali, con effetti anche sulle province storiche. Siamo in una situazione di caos normativo che ci preoccupa. Per questo abbiamo deciso di acquisire i pareri di amministrativisti e costituzionalisti, che contiamo di avere in tempi stretti». Stamane il segretario generale del Consiglio ha contattato i quattro giuristi. La presidente Lombardo è scettica, peraltro, sull’ipotesi di un commissariamento delle abrogande province, per gestirle in una fase transitoria, emersa subito dopo il risultato della consultazione referendaria: «Come si possono commissariare enti inesistenti?». Quanto alle indennità dei consiglieri regionali, dovrà essere l’Assemblea, con una nuova legge, a stabilire l’importo in applicazione dell’articolo 26 dello statuto che le riconosce. Nel frattempo gli emolumenti rischiano di restare sospesi dal momento della pubblicazione sul Buras dei decreti del presidente della Regione con cui vengono cancellate le norme oggetto dei cinque referendum abrogativi ai quali i sardi hanno detto sì domenica scorsa.

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