La Nuova Sardegna

Cagliari

La Coimpresa: il 25 riapriremo i cantieri

Roberto Paracchini
La Coimpresa: il 25 riapriremo i cantieri

L'impresa Cocco: «Noi siamo disposti a vendere la nostra area alla Regione». Il ministro Bondi: «Faremo rispettare l'ultima sentenza»

09 agosto 2008
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CAGLIARI - Tuvixeddu, la Coimpresa riprirà i cantieri il 25 di questo mese. Intanto la Cocco Costruzioni propone alla Regione di acquistare l’area di viale Sant’Avendrace dove sta edificando una palazzina. Oltre alle costruzioni della Coimpresa, la vicenda coinvolge l’impresa Cocco, pur con un insediamento molto minore. «Noi abbiamo deciso di riprendere i lavori dopo le vacanze di Ferragosto - spiega Giuseppe Cualbu, amministratore della Coimpresa - perchè avevano già iniziato a prepararci sin dalla sentenza del Tar. Quindi non c’è alcun motivo di ulteriori ritardi». La società che fa capo alla famigia Cualbu ha sempre sostenuto che il loro intervento «tutela l’ambiente e permette la costituzione di un grande parco. Ed è importante non solo per una questione imprenditoriale, ma anche per la riqualificazione dell’area».

Dopo la sentenza del Consiglio di Stato, che riprende sostanzialmente quella del Tar nel rigettare l’allargamento del vincolo su tutto Tuvixeddu, torna anche l’ipotesi della trattativa. La vicenda ruota attorno alle modalità di tutela della necropoli punico-romana che si trova sul colle di Tuvixeddu. Nel 2000 venne firmato un accordo di programma tra Regione, Comune e Coimpresa per una lottizzazione integrata: un parco archeologico-ambientale di circa venti ettare e una serie di edificazioni (circa 400 appartamenti) in un altro punto del colle (a lato di via Is Maglias). Poi, dalla fine del 2006, c’è stato l’intervento della Regione per l’allargamento del vincolo a tutto il colle.

Azione fatta sulla base del Ppr e delle considerazioni paesaggistiche del Codice Urbani (la legge nazionale, approvata nel 2004, sui beni culturali), che ampliano il concetto di tutela al paesaggio, inteso come valore non commercializzabile. Ma prima il Tar, poi il Consiglio di stato hanno bocciato, nella forma e nella sostanza, l’iter percorso dalla Regione per arrivare al vincolo. Il Gruppo di intevento giuridico e gli Amici della terra, da sempre favorevoli alla tutela integrale di Tuvixeddu, hanno parlato di questo iter in termini di «procedura ferraginosa e contorta quando non controproducente». E da queste considerazioni hanno preso le mosse per riproporre la via della transazione (già chiesta in passato): «Perchè non svolgere quelle trattative che, insieme ad espropri ed acquisizioni bonarie, possono portare a un risultato positivo per tutti...?». A Graziano Milia, presidente della Provincia, spiace dover dire «io l’avevo detto». A suo tempo, infatti, il responsabile dell’ente intermedio aveva «suggerito alla Regione di acquisire con legge regionale, come già fatto nel Lazio, i terreni del colle. Ora, invece, chi avrebbe voluto un grande parco su tutto Tuvixeddu si trova di fronte uno scenario di cui è difficile vedere gli esiti».

Inoltre il deputato di Forza Italia Mauro Pili precisa che il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi lo ha «personalmente garantito» sul suo «massimo e decisivo impegno» nell’applicazione della sentenza del Consiglio di Stato». E forse non è un caso che la Coimpresa abbia, proprio ieri, deciso di riaprire i cantieri. Il ministro ha poi «garantito il massimo rispetto delle autonomie locali e, quindi, degli accordi sottoscritti con le amministrazioni». In più: stando alla lettera della sentenza, «non sarà semplice - spiega Massimiliano Tavolacci, Udc, presidente della commissione comunale consiliare all’Urbanistica - per la Regione riprendere la procedura per l’ampliamento del vincolo senza coinvolgere i soggetti interessati». Il Comune, come firmatario dell’accordo di programma del 2000 e, oggi, proprietario di gran parte dell’area del colle, cedutagli dalla Coimpresa, «non è stato minimamente coinvolto - riprende Tavolacci - mentre la sentenza del Consiglio di Stato dice chiaramente, e rifacendosi proprio al Codice Urbani, che in una eventuale ripresa del discorso sul vincolo, dovrà esserci il coinvolgimento attivo del Comune alla definiziione delle azioni di tutela e salvaguardia».
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