La Nuova Sardegna

Alghero

L’incidente stradale: aVEVA 23 ANNI 

Commozione e folla a Ittiri ai funerali della giovane Alessia

Commozione e folla a Ittiri ai funerali della giovane Alessia

ITTIRI. Alle 17.30 Ittiri si è fermato. Ai primi rintocchi delle campane che annunciavano l’avvio del corteo funebre che accompagnava Alessia Filia, la ragazza di 23 anni deceduta in un tragico...

21 giugno 2017
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ITTIRI. Alle 17.30 Ittiri si è fermato. Ai primi rintocchi delle campane che annunciavano l’avvio del corteo funebre che accompagnava Alessia Filia, la ragazza di 23 anni deceduta in un tragico incidente stradale nella mattinata di sabato 17 giugno, all’ultima dimora. Tanta era la gente che ha voluto salutare Alessia da non trovare spazio nella chiesa di San Francesco dove don Virgilio Businco ha concelebrato il rito funebre con padre Francesco Sechi e don Nicola Carta, parroco di San Pietro in Vincoli.

Nell’omelia, don Virgilio, davanti ad una bara sommersa di fiori e a pochi metri dai genitori della giovane ha voluto dare un senso alla morte incomprensibile di Alessia, ispirato alla fede. «Non siamo qui per arrestare la morte – ha esordito il sacerdote, visibilmente commosso dopo una lunga e pausa –, ma per festeggiare la vita, quella eterna. Davanti a una vita spezzata ci si interroga sul destino dell’uomo e viene in mente la morte di Lazzaro che alle parole “Signore se tu fossi stato con noi lui non sarebbe morto”».

Scandisce bene le parole don Virgilio Businco, quasi a dialogare con i familiari di Alessia, che sono a pochi metri dal lui, per portare loro conforto e alleviare le sofferenze, dando un senso cristiano alla morte che, ha detto il sacerdote, non è la fine di tutto, ma rappresenta l’inizio di una nuova vita, quella eterna.

La mamma Annunziata, il padre Salvatore e i fratelli Andrea e Giacomo, non hanno più lacrime, i loro volti, dopo tre giorni di sofferenza, fissano quella bara con uno sguardo incredulo. Molte le ragazze che asciugano le lacrime, a lungo represse, segno della sofferenza e del dolore perché Alessia «non doveva morire così giovane».

Il corteo funebre, con centinaia di persone, ha attraversato corso Vittorio Emanuele con la bara portata a spalle dagli amici di Alessia che hanno voluto avere l’onore di averla vicina fino all’arrivo al cimitero.

Vincenzo Masia



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