La Nuova Sardegna

Alghero

Daga: «L’addio di Bruno? Sono solo dei disperati»

di Gian Mario Sias
Daga: «L’addio di Bruno? Sono solo dei disperati»

L’esponente del Pd spara a zero dopo il no del sindaco alle primarie del partito «Il nostro futuro è senza uomini della provvidenza, di cui abbiamo la nausea»

30 aprile 2017
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ALGHERO. Il sindaco Mario Bruno e i suoi? «Disperati». Il futuro di Alghero? «Senza uomini della provvidenza, di cui abbiamo la nausea». Il giorno dopo il clamoroso strappo compiuto dal sindaco, dagli assessori e dai consiglieri di area democratica, a salutarli senza troppi rimpianti è Enrico Daga. Voce autorevole della segreteria cittadina di Mario Salis, candidato sindaco nel 2014 proprio contro Mario Bruno, l’ex assessore provinciale della Programmazione e del Bilancio spara ad alzo zero.

Venerdì pomeriggio il sindaco Bruno, il presidente del consiglio comunale, Matteo Tedde, gli assessori Raimondo Cacciotto, Gavino Tanchis e Raniero Selva, i consiglieri comunali Giuseppe Fadda, Vittorio Curedda, Francesca Carta, Giusy Piccone, Mario Nonne, Elisabetta Boglioli, Pietro Sartore, e gli esponenti della lista civica “Per Alghero”, Pier Giacomo Canu e Gabriella Esposito, hanno sottoscritto un documento con cui spiegavano a chiare lettere che non avrebbero partecipato alle primarie odierne per l’elezione del segretario regionale e del segretario nazionale del Pd.

Una porta sbattuta in faccia a un partito accusato di aver dimenticato il territorio e i suoi problemi. Una uscita inattesa, quantomeno nei tempi, che acuisce la distanza tra i “bruniani” e la linea adottata dal circolo cittadino del partito, con la segreteria di Mario Salis estremamente critica nei confronti dell’attuale amministrazione. Eppure Enrico Daga non sembra sorpreso. «Cercano in tutti i modi di scaricare le proprie responsabilità su un partito che hanno usato come un ascensore», attacca il consigliere che a lui e agli altri che sono rimasti in via Mazzini attribuisce il merito di aver «protetto il partito dalle loro incursioni grazie al suo statuto, che ne garantisce la limpidezza». Parlando poi di primarie «momento vitale ed essenziale, attraverso cui pratichiamo realmente la democrazia, consapevoli che occorra recuperare il tempo perduto». Auspicando che sia finita la stagione delle visioni verticistiche della gestione del partito e dell’amministrazione dei territori, il dirigente del Pd fa poi un chiarissimo riferimento a Mario Bruno. Rispondendo positivamente, indirettamente e a titolo personale, a un’ipotesi avanzata da Marco Tedde di alleanza allargata per il “dopo Bruno”, Enrico Daga ha detto che «sono d’accordo, la stagione degli esperimenti va lasciata al passato, uscendo dagli schieramenti preconfezionati che gratificano personalismi e carriere» e che «il prossimo sindaco dovrà essere una donna o un uomo umile, disponibile, capace di valorizzare una squadra, che non si sentano l’uomo della provvidenza, categoria di cui abbiamo la nausea».

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