La Nuova Sardegna

Alghero

La polemica su Calabona fa litigare il sindaco e Daga

di Gian Mario Sias
La polemica su Calabona fa litigare il sindaco e Daga

Mario Bruno: «Vengano in aula, non stiano dietro i muretti a secco delle tastiere» L’esponente Pd: «Se cerchi nemici, prenditi a schiaffi davanti allo specchio»

20 gennaio 2017
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ALGHERO. Sull’approvazione dell’interpretazione autentica del Prg di Alghero, legata alle lottizzazioni di Calabona, volano botte da orbi. Nel tutti contro tutti in cui si cimenta la politica algherese da una settimana, si distingue il “corpo a corpo” virtuale tra i due nemici giurati dell’area democratica, il sindaco Mario Bruno, silurato dal Pd locale ma considerato un dirigente dello stesso partito da ampie fette della nomenclatura territoriale, regionale e nazionale, ed Enrico Daga, che nella primavera del 2014 lo sfidò in una competizione elettorale impossibile, alla guida del partito ufficiale, assumendo da lì in poi una posizione critica nei confronti dell’amministrazione in sella da oltre due anni e mezzo. A dare fuoco alle polveri è proprio Daga. «Sulla pratica più importante da quando svolge la sua funzione in questo mandato, il presidente della commissione urbanistica si è trovato di “meglio da fare” che presentarsi in aula, rappresentando plasticamente il suo disaccordo», afferma Enrico Daga a proposito del consigliere Vittorio Curedda. In sua assenza, è la conclusione, gli altri della maggioranza «hanno aperto una nuova fase di cementificazione della nostra costa, che ricade in zona urbana». Secca la replica di Bruno. «Venissero in aula, piuttosto che stare dietro i muretti a secco delle tastiere», è l’accusa. «Se cerchi nemici, prenditi a schiaffi allo specchio – controreplica il consigliere Pd dai banchi dell’opposizione – che al momento ho altri impegni». Un anno fa si parlava di una ricucitura e che in primavera si era persino ipotizzato che Daga potesse diventare vicesindaco. In un clima del genere, ovviamente, si sono buttati tutti a capofitto e il dibattito si è trasformato subito in una rissa, trasformando le questioni di merito in uno sfondo sbiadito e sfumato ai bordi del ring virtuale, fatto di comunicati stampa, interrogazioni e, manco a dirlo, post su facebook. «Questa vicenda è infarcita di cinismo e opportunismo e oggi si inserisce in accordi politici e clientelari oscuri ma non troppo», è la legnata del vicecapogruppo di Forza Italia in consiglio regionale, Marco Tedde. «Dopo un lungo e colpevole silenzio, finalmente il consiglio adempie ai suoi doveri, l’approvazione dell’interpretazione autentica del Pgr dà certezza di diritto e l’aula torna a essere protagonista delle scelte urbanistiche del proprio territorio», rispondono i capigruppo della maggioranza, rispedendo al mittente, alla guida di Alghero per quasi dieci anni, ogni addebito. «È singolare che una maggioranza immobile dalla sua nascita intoni canti di vittoria per l’approvazione di una delibera che non ha niente di programmatico ma risponde alle solite logiche», attacca Monica Pulina. «I nemici di ieri del Calabona oggi sono amici e applaudono – aggiunge – chi si strappava i capelli per l’assalto alle zone sensibili, a iniziare da Maria Pia, oggi chiude gli occhi e sogna il cemento sul colle fronte mare». A fare da eco è il gruppo consiliare di Forza Italia. «La maggioranza dimostra la sua superficialità e la sua incoscienza », dicono Michele Pais, Maurizio Pirisi e Nunzio Camerada.

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