La Nuova Sardegna

Alghero

Alghero, approvata la lottizzazione di Calabona

di Gian Mario Sias
Alghero, approvata la lottizzazione di Calabona

L’opposizione assente in blocco, la pratica è passata all’unanimità. Numero legale raggiunto con la consigliera Oggiano

15 gennaio 2017
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ALGHERO. Il consiglio comunale dice sì alla pratica sulla lottizzazione di Calabona. Meglio, quel che del consiglio comunale si trovava venerdì in aula. Assente in blocco l’opposizione, assente anche il consigliere Vittorio Curedda di Democratici per Alghero, presente invece l’ex Upc Linda Oggiano, la maggioranza consiliare ha votato all’unanimità una pratica che ha rischiato di far franare la tenuta della coalizione proprio alla vigilia di Natale, quando la vicenda è balzata agli onori della cronaca un po’ all’improvviso.

Il voto di venerdì sera, insieme alla soluzione delle vicende del Parco naturale regionale di Porto Conte, di cui a breve si conosceranno i nuovi vertici, sopisce almeno temporaneamente i venti di crisi provenienti dal centro. Ma la questione è risultata di così straordinaria importanza da costringere il segretario generale, Luca Canessa, a posticipare la sua partenza per casa. È di Livorno, e venerdì avrebbe dovuto prendere l’aereo per Pisa, ma sostituirlo è risultato pressoché impossibile, data la “strage” di dirigenti prodotta dall’influenza. Così il vertice apicale della macchina amministrativa si è rivelato necessario quanto Linda Oggiano, la consigliera che vive oltre Tirreno e che con la sua presenza è stata fondamentale per garantire il numero legale. Rispetto al solito, infatti, mancava Vittorio Curedda, che si trova fuori sede con la famiglia.

La pratica in questione è spinosa quanto datata. L’inizio della vicenda risale addirittura al 1984. L’imprenditore Giancarlo Scognamillo, assieme ad altri quaranta soci, presenta in Comune il progetto di una lottizzazione. Ma in quell’area di espansione opera anche un altro impresario, Giovanni Antonio Mariani, che ottiene subito le licenze ed edifica una serie di palazzine. C’è un regolamento edilizio che impone delle distanze precise tra i diversi proprietari, e la lottizzazione Mariani non rispetta i parametri. Gli accessi alle abitazioni e i terrazzini sono a meno di cinque metri dal terreno di Scognamillo. Lui si rivolge al tribunale che gli dà ragione in prima istanza nel 2007 e con pronunciamento della Corte d’appello nel 2011. La causa civile contro il Comune e contro il confinante Mariani sarebbe un bagno di sangue per le casse di Sant’Anna. Tra i documenti depositati da Scognamillo c’è anche una nota del Cocico, l’organo di controllo degli atti degli enti locali, che giudica il diniego da parte del Comune come un’azione illogica e un abuso di potere. Il risarcimento da parte del Comune sarebbe molto salato: solo l’imprenditore avrebbe potuto avanzare una richiesta da 10 milioni di euro, senza considerare che a quel punto anche gli altri proprietari avrebbero potuto battere cassa.

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