La Nuova Sardegna

Alghero

Violenze in Comune, chiesti 6 anni in Appello

di Nadia Cossu
Violenze in Comune, chiesti 6 anni in Appello

Un impiegato accusato di promettere sussidi economici in cambio di sesso L’imputato ai giudici: io con quelle donne ho avuto solo rapporti consenzienti

29 settembre 2016
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ALGHERO. Ha chiesto di parlare davanti ai giudici della corte d’appello che a gennaio decideranno se condannarlo o meno a sei anni così come chiesto dal procuratore generale Giovanni Porcheddu. L’imputato in questione (già condannato a sei anni in primo grado) è un dipendente del Comune di Alghero che era stato arrestato a maggio del 2013 nel suo ufficio di viale della Resistenza con delle accuse pesantissime: violenza sessuale, tentata concussione, falsità materiale, contraffazione di pubblici sigilli. Giuseppe Farina, impiegato 61enne del settore Servizi sociali, le donne indigenti avrebbe dovuto aiutarle, invece secondo l’accusa ne avrebbe carpito illecitamente i dati dal sistema informatico. In questo modo si metteva in contatto con loro promettendo interventi economici in cambio di favori sessuali e le minacciava di ritorsioni in caso di rifiuto. Così avevano accertato i carabinieri di Alghero. E, come se non bastasse, riprendeva i rapporti sessuali con il cellulare (i video sono stati prodotti durante il processo). «Ma quali violenze, con quelle donne ho avuto delle relazioni – ha detto ieri in aula – non capisco perché mi abbiano denunciato».

Secondo il pm, Farina avrebbe falsificato anche il timbro postale dell’avvenuto pagamento di fatture Enel consegnate dalle donne per ottenere il sussidio comunale. I carabinieri si erano mossi proprio a seguito della denuncia di una donna cui lui avrebbe garantito il pagamento di una fattura di 261 euro dopo averle fatto esplicite avances. Ma alla signora a un certo punto era stata sospesa l’erogazione dell’energia elettrica e successivamente si era vista respingere la prova dell’avvenuto pagamento della bolletta. In realtà la ricevuta sarebbe stata abilmente falsificata dall’impiegato con uno scanner. Secondo gli inquirenti Farina avrebbe utilizzato illegalmente il sistema informatico dello Sgate (Servizio gestione agevolazioni tariffe energetiche) per individuare alcune donne in difficoltà e poi, in cambio di approcci erotici, cercare di favorirle promettendo loro assunzioni a tempo indeterminato, sussidi destinati ai poveri e pagamenti delle bollette. Diverse vittime (una trentina difese dagli avvocati Danilo Mattana, Luca Sciaccaluga, Emiliano Alfonso, Nicola Satta e Paolo Fais) avevano denunciato ricatti analoghi da parte dell’impiegato.

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