La Nuova Sardegna

Alghero

Gestione dei rifiuti ad Alghero: è rissa tra Daga e la maggioranza

di Gian Mario Sias
Gestione dei rifiuti ad Alghero: è rissa tra Daga e la maggioranza

Il post su Fb: «Non ammettere il fallimento è da miserabili»; la replica di Bruno: «Non bisognerebbe mai cadere così in basso»

24 agosto 2016
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ALGHERO. «Non ammettere il fallimento del modello per il quale lavorate da cinque anni è miserabile». Il messaggio al vetriolo, firmato dal consigliere comunale Enrico Daga e affidato a Facebook, incendia la politica algherese, sospesa tra il relax balneare e l’eterna lotta sui rifiuti. Lo stesso tema per cui il dirigente del Pd decide di attaccare a testa bassa, dal social network più frequentato dagli algheresi, l’amministrazione comunale.

La reazione di Sant’Anna e aree limitrofe, politicamente parlando, non si fa attendere. «Si può essere avversari politici e pensarla diversamente, ma non bisognerebbe mai cadere così in basso», replica dallo stesso canale il sindaco Mario Bruno, che la prende sul personale e ispira con la sua presa di posizione una serie di post avvelenati e velenosi. A intervenire a gamba tesa è il consigliere Pietro Sartore, che abbandona il suo proverbiale bon ton – effetto di facebook – e si lascia andare a un commento incendiario. «Il vantaggio di scrivere è che ogni pensiero può essere ponderato e ogni parola può essere soppesata – dice Sartore – qualunque affermazione, prima di essere fatta, può essere limata e corretta». Fatta la premessa, il fedelissimo di Bruno attacca. «Quando si parla, un’affermazione sbagliata o un’offesa possono anche scappare per errore o per troppa irruenza – scrive Sartore – ma quando si scrive, maleducazione e offesa non risultano mai casuali». Messaggio chiarissimo, ma tanto per rafforzare il concetto l’esponente della maggioranza precisa che un certo frasario è «specchio di una persona maleducata e incapace di argomentare senza scadere nel triviale e nell’offesa».

Enrico Daga, che non si era messo problemi a rincarare, sostenendo che per lui è anche «miserabile prendersela con la ditta appaltatrice, rappresentarsi da vittime quando ci si è tuffati consapevolmente in un mare di mondezza e prendersela con i cittadini», replica senza alcun pentimento. «Il coro degli angeli è così affranto per l’uso schietto della lingua italiana, dopo aver letto con i propri occhi ciò che pensano in migliaia, perché sente il richiamo acritico di compiacere il potente di turno», è la contro-provocazione. Bruno prova a tirare in ballo il Pd, parlando di un «clamoroso boomerang per chi parla a nome del partito», ma l’esponente democratico non chiama in soccorso nessuno e insiste. «Se Marco Tedde, Pino Giorico, Carlo Sechi, Mino Sasso o Stefano Lubrano avessero compiuto metà delle scempiaggini dell’attuale sindaco – scrive sempre su facebook – gli stessi avrebbero consumato le scarpe a forza di girotondi, palloncini, tazebao, tric e trac e flash mob».

Che i rapporti tra Mario Bruno ed Enrico Daga non siano idilliaci non è una sorpresa né un fatto nuovo. E che quest’estate abbia definitivamente decretato la rottura tra il sindaco di Alghero e il Partito democratico, con le vicende legate all’aeroporto che hanno segnato un solco profondo nel rapporto tra Bruno, Pigliaru e la nomenclatura democratica regionale, è risaputo. Ma il clima da resa dei conti, alimentato da entrambe le parti, non aiuta certo ad affrontare il merito delle questioni e a risolvere i problemi in cui Alghero si dimena in questo periodo. A iniziare dai rifiuti, su cui si è consumato l’ultimo strappo con l’arruolamento in giunta dell’ex Pd Raniero Selva.

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