La Nuova Sardegna

Alghero

Lottizzazione “bocciata” dopo 32 anni

di Gianni Olandi
Lottizzazione “bocciata” dopo 32 anni

La Cassazione: illegittimo il permesso di costruire rilasciato nel 1985 dal Comune. Giancarlo Scognamillo chiede 15 milioni

21 luglio 2016
3 MINUTI DI LETTURA





ALGHERO. Dopo oltre 30 anni dall’inizio del durissimo scontro edilizio sul colle di Calabona, una delle aree più panoramiche dell’intera Riviera del Corallo e sulla quale da sempre sono puntate le attenzioni della speculazione, la Corte di Cassazione ha sentenziato che la licenza rilasciata nel 1985 al costruttore Iro Mariani dal Comune per la realizzazione di un insediamento abitativo residenziale era illegittima, in quanto violava palesemente i confini della lottizzazione per una misura di circa 2 metri di larghezza per oltre un centinaio di metri di lunghezza.

Uno dei protagonisti di quella vicenda, l’imprenditore Giancarlo Scognamillo, confinante e a sua volta titolare di un progetto di intervento edilizio sull’area adiacente, progetto per il quale non è mai stata rilasciata la licenza, ha dato mandato al proprio legale, avvocato Alberto Sechi che lo ha difeso anche in Cassazione, di procedere alla richiesta di 15 milioni di euro di risarcimento nei confronti del Comune. Richiesta che è già stata ufficializzata in Tribunale a Sassari e notificata al Comune. Ora è in corso un tentativo di conciliazione che doveva tenersi ieri, ma che per esigenze del Comune è stato rinviato al 29 di luglio.

La licenza alle “pagode” di Calabona venne rilasciata all’imprenditore algherese Iro Mariani nel 1985 e il primo ad accorgersi dell’errore – costituito dall’invasione del terreno adiacente in fase di realizzazione, dove si affacciavano terrazzini, ingressi, garage e pertinenze – fu lo stesso Scognamillo che lo segnalò al Comune avviando contestualmente una corposa azione legale andata avanti per oltre 30 anni.

La stessa segnalazione è stata notificata a tutte le amministrazioni che si sono succedute alla guida della città, fino a quella attuale, oltre che alla Procura della Repubblica.

Va ricordato che proprio il mancato rispetto dei confini determinò, qualche anno dopo, che un’altra lottizzazione formata da una quarantina di piccoli imprenditori, tra i quali lo Scognamillo, potesse ottenere l’autorizzazione per la realizzazione dell’intervento.

Tra l’altro questa seconda lottizzazione si poneva anche come soluzione all’errore dei confini in quanto riperimetrava quell’area specifica, rinunciando a quote parte di terreno, e consentiva così la realizzazione della via Villafranca del Panedes, spartiacque tra le due lottizzazioni, facendo cadere in questo modo ogni contenzioso.

Soluzione che non venne accolta dalla politica dell’epoca impegnata a quei tempi in durissime contrapposizioni delle quali il “caso Mariani” è uno dei simboli, ma non è il solo.

Ora è arrivato, nello scorso mese di giugno, il pronunciamento definitivo dei giudici.

La sentenza della Cassazione apre nuovi scenari piuttosto preoccupanti anche per le famiglie che 30 anni fa scelsero di acquistare un alloggio, dalla vista straordinaria, sul colle di Calabona.

Si potrebbe determinare infatti una catena impressionante di atti conseguenti alla decisione dei giudici, da non escludere perfino l’abbattimento, ma anche una nuova coda di richieste di risarcimento al Comune da parte degli stessi proprietari, prime vittime dell’intricata vicenda, che oggi, dopo la decisione della Cassazione, è stato giudicato colpevole di aver rilasciato una licenza edilizia che la sentenza dichiara illegittima .

«Vorrei mettere fine a questa incredibile vicenda – commenta l’imprenditore algherese Giancarlo Scognamillo – giunta alla conclusione dopo 32 anni. Non voglio fare male a nessuno e comprendo benissimo il disagio e la sofferenza che in tanti hanno dovuto subire, io stesso ne sono stato coinvolto sul piano economico, umano e professionale. Oggi voglio soltanto giustizia». Risulta ora particolarmente importante il nuovo tentativo di conciliazione tra le parti che si terrà in Tribunale a Sassari il 29 luglio.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano
La sentenza

La Corte Costituzionale cassa le “norme estranee” fra quelle sanitarie che la Regione aveva inserito nella legge di stabilità 2023

Le nostre iniziative