La Nuova Sardegna

Alghero

Lazzaretto, nel mirino il gestore del chiosco

di Gian Mario Sias

Durante la notte squarciate le tende solari. Sui tavolini sono comparse croci e minacce di morte

22 giugno 2016
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ALGHERO. Un avvertimento in piena regola. Una serie di minacce e di insulti chiarissimi. Gli autori, per gli investigatori, avrebbero già un nome. Uno dei due chioschi della spiaggia del Lazzaretto è stato oggetto di un attentato misterioso. Due notti fa qualcuno si è addentrato, ha staccato il contatore dell’energia elettrica e ha squarciato le tende solari a colpi di coltello. Tagli chirurgici, simmetrici. E lo stesso coltello è stato poi utilizzato per incidere sui tavolini croci e altri simboli, tra offese e minacce di morte. Come quella annotata sul listino dei prezzi dei prodotti in vendita, che era appesa alle pareti esterne del chiosco. «Gavino, è tempo di andare in pensione», è la frase seguita da un’altra croce. Il destinatario delle minacce è Gavino Solinas, 68 anni, imprenditore del settore dagli anni Settanta, titolare di un bar nella centralissima via Cagliari, al Lazzaretto da quarant’anni esatti. «Ho chiuso il bar alle 20 e l’indomani mattina sono tornato per aprire, intorno alle 9», racconta il diretto interessato. Lì ha fatto la sgradevole scoperta. «Al di là dei danni delle tende, c’era una quantità tale di insulti e di intimidazioni che ho passato l’intera giornata a ripulire i segni di questo vile attentato». Non prima di aver allertato i carabinieri della compagnia di Alghero, che hanno fatto un sopralluogo e hanno annotato tutto. I militari hanno raccolto diverse testimonianze, compresa quella dei titolari dell’altro chiosco del Lazzaretto, che sono i proprietari della concessione demaniale su cui sorge anche il chiosco preso di mira. Gavino Solinas non ha nemici, ha sempre vissuto del suo lavoro e al Lazzaretto è un’istituzione. «Ci lavoro dal 1976 – racconta – avevo comprato una concessione demaniale di 100 metri quadri». Dopo alcuni anni l’imprenditore decide che il punto della spiaggia in cui si trova la sua attività non è tanto comodo e decide di spostarsi. «Ho sottoscritto un contratto con la società titolare della vasta area su cui oggi sorgono i due chioschi, che ha ceduto agli attuali proprietari un paio di anni fa», ricorda ancora Gavino Solinas. Che alle minacce risponde con l’ironia. «Forse qualcuno vorrebbe questo chiosco, ma ho 68 anni e ancora tanta voglia di lavorare – conclude – perciò smetterò quando decido io e non permetterò a nessuno di decidere per me».

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