La Nuova Sardegna

Alghero

monte doglia e punta giglio

Dalle fortificazioni militari a un percorso turistico

Dalle fortificazioni militari a un percorso turistico

ALGHERO. L’occasione è stata l’apertura in forma straordinaria di due fortini del colle Balaguer e di Montagnese e della postazione di artiglieria di Monte Doglia durante l'edizione 2016 di...

22 maggio 2016
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ALGHERO. L’occasione è stata l’apertura in forma straordinaria di due fortini del colle Balaguer e di Montagnese e della postazione di artiglieria di Monte Doglia durante l'edizione 2016 di Monumenti Aperti. Peccato però che queste strutture rimangano ancora abbandonate e ricettacolo di rifiuti. Una linea difensiva nata durante il secondo conflitto mondiale, ma che mai ha realmente funzionato proprio perché figlia del famoso “equivoco” messo su dai servizi segreti alleati per convincere Mussolini e i tedeschi che lo sbarco sarebbe avvenuto in Sardegna anziché in Sicilia. Una linea difensiva straordinariamente ben conservata e composta da quasi seicento manufatti bellici e che ha poco da invidiare alla più blasonata linea Maginot. Ne è convinto Rolando Galligani, studioso dei complessi militari algheresi e autore di alcune pubblicazioni sull’argomento nonché protagonista del censimento di tutte le fortificazioni e postazioni di artiglieria sparsi tra la spiaggia della Speranza fino alla spiaggia di Porto Ferro. Altra questione ancora più interessante riguarda le batterie difensive della Marina militare di Punta Giglio che invece hanno una storia diversa, ma un valore storico e potenziale turistico ancora più straordinario. «Valorizzare questi beni e inserirli in un circuito turistico codificato – spiega Galligani – potrebbe costituire un potente attrattore per la categoria degli appassionati di storia contemporanea. Potrebbero essere intercettati flussi turistici soprattutto fuori dalla classica stagione balneare. Basti pensare che la linea Maginot francese attrae ogni anno oltre un milione e mezzo di visitatori». Galligani ha presentato al Parco e al Comune una dettagliata ricerca sulle dimensioni del patrimonio storico e immobiliare rappresentato dai beni militari sollecitando la redazione di uno specifico progetto di recupero che potrebbe avere come primo step la pulizia delle strutture coinvolgendo anche i privati. Poi la creazione e la promozione di un circuito turistico ad hoc, come già abbozzato dal Parco nell’area di Monte Doglia, e l’avvio delle acquisizioni delle batterie militari di Punta Giglio.

Sergio Ortu

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