La Nuova Sardegna

Alghero

«Calo dei voli in aeroporto ma Ryanair salva Cagliari»

di Gian Mario Sias
«Calo dei voli in aeroporto ma Ryanair salva Cagliari»

Atto d’accusa di Michele Comenale, docente di Diritto della navigazione «L’Europa non è contraria agli aiuti a condizione che favoriscano la crescita»

22 maggio 2016
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ALGHERO. «I dati dell’Enac dicono che il numero dei movimenti aerei e il numero dei passeggeri si sono ridotti in maniera drastica ad Alghero, ma non c’è stata alcuna riduzione a Cagliari, Ryanair ha abbandonato la Riviera del corallo alla sua sorte, ma non ha fatto altrettanto al Sud». A lanciare il sasso, senza peraltro ritirare la mano, è Michele Comenale Pinto, docente di Diritto della navigazione dell’Università di Sassari. Un tecnico, con un punto di vista terzo, che attraverso questa disparità cerca di spiegare, pur evitando di infilarsi nell’aspro confronto politico in atto, che il disastro si poteva evitare. Il riferimento, ovviamente, è alla fine del rapporto privilegiato, privilegiatissimo, che l’aeroporto internazionale “Riviera del corallo” di Alghero ha avuto negli ultimi lustri con Ryanair, leader del low cost in Europa. L’occasione per un punto di vista tecnico, tra tante considerazioni politiche che si sono succedute, confutate, contraddette e smentite da novembre dello scorso anno a oggi, è stato “Low cost, recuperiamo la risorsa”, il dibattito pubblico promosso dalle forze moderate algheresi e moderato dal consigliere regionale e vicecapogruppo di Forza Italia, Marco Tedde. Pur se involontariamente e sulla base di considerazioni asettiche, il ragionamento di Comenale sembra portare acqua al mulino di chi ritiene che l’orientamento della Commissione europea sia favorevole al sostegno dei voli a basso costo. «La commissione ha ipotizzato che in determinate condizioni e in aeroporti con certe caratteristiche si potesse finanziare il rischio di investire su nuove rotte – afferma il docente – così da consentire l’aumento della massa critica e favorire la crescita dell’economia dell’aeroporto secondo i principi propri dall’investimento privato, anche in caso di una società pubblica, come nel caso di quella che gestisce l’aeroporto di Alghero». L’esperto di diritto della navigazione ne approfitta per togliersi qualche sassolino dalle scarpe. «Affidarsi a una sola potenziale fonte di approvvigionamento di turisti era pericoloso, l’Università di Sassari l’ha detto ma non è stata ascoltata», accusa. «Una diagnosi precoce può evitare che il raffreddore si trasformi in qualcosa di più grave, ma senza diagnosi non esiste cura», è la metafora medica cui ricorre il professore. «Francamente, l’unica cosa che mi stupisce è che ora tutti siano sorpresi per un fatto che era assolutamente prevedibile», aggiunge. Al dibattito hanno dato il loro apporto anche i ricercatori Giovanni Pruneddu e Veronica Camerada, il presidente provinciale di Federalberghi Stefano Visconti, il segretario di Confcommercio Alghero Massimo Cadeddu, i massimi rappresentanti delle sigle sindacali del comparto dei trasporti, Filt Cgil, Fit Cisl, Uil Trasporti e Ugl Trasporto aereo, e numerosi esponenti politici algheresi. «Alghero ha già perso 25mila passeggeri – è l’allarme di Marco Tedde – aprile è costato a questo territorio 15milioni di euro».

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