La Nuova Sardegna

Alghero

Cure contro la Sla, il Comune di Alghero si indebita per aiutare una malata

di Luigi Soriga
Cure contro la Sla, il Comune di Alghero si indebita per aiutare una malata

L’ente ha 15mila euro fermi in bilancio e non riesce sbloccarli: il sindaco si rivolge alla banca per aiutare la paziente

24 novembre 2015
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ALGHERO. La Sla è una patologia spietata, che non allenta la presa e non dà tregua. Un malato non può attendere i tempi della burocrazia, perché nel frattempo il nemico va avanti e ruba un movimento, un gesto quotidiano, un piccolo pezzo di vita.

Maria ha 51 anni e ormai è in sedia a rotelle. La Sla ha già preso molto vantaggio, e per provare a rallentarne la corsa l’unica soluzione sarebbe un intervento chirurgico. «Ho fissato l’appuntamento per il 30 novembre – dice – è la mia ultima speranza. Ma rischio di non poter partire perché ancora non ho ricevuto i soldi che mi spettano da settembre». Si tratta di 15mila euro di fondi che la Regione ha erogato ai Comuni sotto forma di “progetto caregiver”, ovvero un contributo economico per le persone che si occupano 24 ore al giorno dei pazienti non più autosufficienti.

«Senza quelle risorse – si lamenta Maria – io non vado da nessuna parte, perché non posso permettermi le spese di viaggio e di permanenza per le mie cure».

Il problema è che il Comune ha incamerato i finanziamenti regionali e li ha inseriti all’interno del proprio bilancio. Ora sbloccarli diventa complicato, perché Cagliari ha versato più risorse di quelle preventivate. «Potremo fare una variazione di bilancio – dice il sindaco Mario Bruno – ma i tempi tecnici sono troppo stretti per rendere disponibili i soldi entro fine mese. Rischieremo di vanificare ogni sforzo».

E ogni giorno che passa, per la signora Maria è come il timer di una bomba a orologeria che avanza spietato. «Finché avrò un alito di respiro io voglio provarci – dice Maria – a costo di diventare una stalker io ogni giorno busserò alle porte del Comune per avere ciò che mi spetta. Solo che tutto questo per me è umiliante. Stiamo parlando di soldi miei, dei quali ho pieno diritto. Perché devo umiliarmi a chiamare in continuazione il dirigente, o addirittura il sindaco per ottenere quello che dovrebbe essere mio?».

E ancora: «Capisco benissimo che un’amministrazione ha i suoi grattacapi, che c’è una burocrazia di mezzo. Ma a me di tutte queste beghe francamente non me ne frega nulla: io ho necessità di curarmi, e in fretta. E voglio provare a salvarmi la vita con le mie forze, perché non sarebbe giusto che la mia famiglia si faccia carico di tutte le spese, si indebiti con la banca, e poi sia costretta a lunghi sacrifici per estinguere questo prestito. Fanno già tanto per me, non posso chiedere anche questo».

Per fortuna alla fine la soluzione last minute è saltata fuori: «Sarà il Comune, a questo punto, a chiedere al Banco di Sardegna di anticipare i 15mila euro – assicura il sindaco Mario Bruno – abbiamo già preso accordi con la tesoreria e mercoledì la signora avrà i soldi sul proprio conto in modo da poter acquistare i biglietti. Nel frattempo noi faremo la variazione di bilancio in modo da contabilizzare i soldi in più che abbiamo ricevuto dalla Regione».

Maria dunque ha contattato l’equipe medica all’estero ed è riuscita a far slittare di un paio di giorni il proprio intervento. La speranza per lei si riaccende il 2 dicembre.

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