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La rabbia degli albergatori di Alghero: «Stagione rovinata dal mare inquinato»

di Gian Mario Sias
La rabbia degli albergatori di Alghero: «Stagione rovinata dal mare inquinato»

Il presidente Stefano Visconti parla a nome degli addetti ai lavori dopo divieto di balneazione a San Giovanni

02 agosto 2015
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ALGHERO. «Per poche centinaia di metri su quattro chilometri di spiagge si compromette l’economia turistica di Alghero». Stefano Visconti, presidente della Federalberghi Confcommercio del Nord Sardegna e del consorzio turistico Riviera del Corallo, è su tutte le furie. Il dibattito di metà estate sullo stato di salute del mare algherese è una vera e propria sciagura. «Con la puntualità di una bomba a orologeria, ogni anno assistiamo al solito processo di autolesionismo», dice Visconti. «In seguito ai controlli delle acque emergono le solite criticità in punti ben precisi del litorale cittadino – spiega – questi segnali non possono essere ignorati, gli sversamenti in mare, anche se occasionali, dipendono da una rete che si sovraccarica in questo periodo di grande affluenza».

Detta così, sembra che la soluzione al problema sia piuttosto semplice. E infatti per Visconti è facilissima. «La competenza sul buon funzionamento del sistema è a carico del gestore unico di acquedotti e fognature e del sistema idrico integrato – dice a chiare lettere il presidente provinciale degli albergatori – . Abbanoa si fa pagare da imprese e cittadini oneri salati per depurazione delle acque e utilizzo del sistema fognario, che risolva il problema una volta per tutte».

In luglio e agosto, Alghero passa da 42mila residenti a 100mila. «Abbiamo avuto un confronto con il sindaco – annuncia Visconti –, ci ha detto che nei prossimi giorni incontrerà Abbanoa per chiedere che si risolva questo inconveniente».

Resta un fatto, almeno per quanto riguarda il passato. «Tutte le amministrazioni provano a mettere mano al sistema fognario algherese – dice – ma niente, siamo sempre alle solite, ogni anno registriamo la presenza di batteri nelle acque, è paradossale, si faccia qualcosa davvero».

Anche perché, ed è questo il punto che sta più a cuore all’imprenditore, che in città gestisce gli hotel Catalunya e Punta Negra, rischia di rimetterci tutta la riviera e l’intero sistema economico basato sul turismo. «Abbiamo alcuni tra i tratti di costa rocciosa più suggestivi di tutta la Sardegna, la posidonia che domina i nostri fondali e rinnova il suo ciclo di vita costantemente è sintomo di salubrità delle acque, nell’area marina protetta è possibile osservare una fauna straordinaria, che non abiterebbe litorali non sani, e più volte le nostre acque hanno avuto i riconoscimenti di estrema salubrità». Ma ogni anno, «per responsabilità ben precise e individuate – conclude Visconti – ci troviamo a parlare dei problemi di poche centinaia di metri di litorale»

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