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Alghero, contratto di laguna per riqualificare l’area del Calich

di Gian Mario Sias
Alghero, contratto di laguna per riqualificare l’area del Calich

Coinvolti Sassari, Ittiri, Olmedo, Putifigari, Uri e Villanova In arrivo la firma dell’accordo nella sede di Sant’Anna

10 luglio 2015
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ALGHERO. Eliminare una volta per tutte la “marea gialla” intervenendo alla radice, con una serie di opere che miglioreranno la gestione del Calich e limiteranno i danni prodotti dall’aumento sconsiderato dei carichi idrici sulla laguna. Ora c’è anche l’atteso via libera del Ministero dell’Ambiente: Alghero potrà disporre del proprio “contratto di laguna”.

Un nome singolare attraverso cui la burocrazia ministeriale individua soggetti, azioni e risorse ricompresi in un piano d’azione per tutelare l’ambiente, salvaguardare il territorio da rischi idraulici, gestire le risorse idriche e valorizzare i territori lacustri. Con un’accelerata che sino a qualche mese fa sembrava impensabile, il “contratto di laguna” di Alghero oggi diventa realtà.

I sindaci di Sassari, Ittiri, Olmedo, Putifigari, Uri e Villanova Monteleone sono convocati a Sant’Anna insieme ai vertici dell’Agenzia regionale del distretto idrografico della Sardegna. Sottoscriveranno con il Comune di Alghero, capofila dell’intervento, il “Contratto del bacino idrografico della laguna del Calich”, cui aderiranno anche gli enti regionali competenti in tema di salvaguardia ambientale. L’ok trasmesso da Roma, dove il sindaco Mario Bruno e l’assessore dell’Ambiente Raimondo Cacciotto sono stati non più tardi di un mese fa per chiedere di far ricorso a questo strumento operativo, così da risolvere una vicenda che si trascina da troppi anni, fissa in maniera molto chiara le cose da fare, indicando ruoli e competenze di ogni istituzione coinvolta e stabilendo la necessità di concordare una tempistica più rapida possibile. L’intento - davanti a una questione come quella della gestione di fiumi e laghi, che sul piano della sicurezza ambientale è considerata una vera e propria emergenza nazionale - è quello di dotare i territori di strumenti operativi realmente efficaci. Secondo il “contratto di laguna” di Alghero, per prima cosa si dovrà intervenire sulla qualità delle acque con un drastico contenimento dei carichi inquinanti. Allo stesso modo, andrà riqualificato il sistema ambientale, potenziando la funzionalità del Calich e attuando il piano operativo di gestione, in cui saranno indicate le attività necessarie al mantenimento in efficienza dell’intero patrimonio ambientale. Sono esattamente questi i paletti fissati dal Ministero dell’Ambiente per rilasciare il nullaosta alla sottoscrizione del “contratto salva Calich”. Alla stesura del contratto di laguna hanno partecipato i massimi esperti nazionali di programmazione strategica in tema di gestione delle risorse idriche, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e le Autorità di bacino regionali.

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