La Nuova Sardegna

Alghero

Un archivio storico per la colonia penale di Villa Gioiosa

di Gian Mario Sias
Le celle dell'ex colonia penale di Tramariglio
Le celle dell'ex colonia penale di Tramariglio

Diventerà un museo a cielo aperto della memoria carceraria L’esperienza di Tramariglio estesa all’Asinara e a Castiadas

02 luglio 2015
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ALGHERO. Il passato è una seconda possibilità. È così per villa Gioiosa, che oggi è la bellissima sede istituzionale del Parco di Porto Conte ma che un tempo è stata una colonia penale. Ed è così per i dieci tecnici che da oggi recupereranno la memoria di quel luogo, la catalogheranno, l'archivieranno e la renderanno disponibile per tutti.

Oggi fanno gli archivisti, hanno imparato quel mestiere alternandosi tra la teoria, grazie alla collaborazione tra Archivio di Stato e Parco di Porto Conte, e la pratica, passando i mesi a scartabellare montagne di documenti abbandonati nelle cantine del vecchio carcere sassarese di San Sebastiano. In passato hanno sbagliato, e stanno pagando il loro conto con la giustizia. Sono detenuti: metà di loro sta a Bancali, l'altra metà ad Alghero.

Sono i protagonisti del progetto varato dal Parco e finanziato dalla Regione con i fondi Por-Fesr. Grazie a quei soldi oggi riprende l'attività di digitalizzazione degli archivi storici della colonia penale di Tramariglio. Un progetto che il Parco aveva avviato due anni fa con mezzi propri e che coi soldi stanziati da Cagliari sarà completato ed esteso alle colonie penali dell'Asinara e di Castiadas. Arriveranno 836mila euro, daranno una possibilità di lavoro e di riabilitazione a dieci persone che vogliono chiudere i conti col proprio passato dedicandosi a quello di una struttura che, al contrario, si immagina come "un museo a cielo aperto della memoria e della storia umana carceraria", come Giovanni Antonio Farris, presidente del Parco di Porto Conte, definisce villa Gioiosa.

Sino al 2012 il vecchio archivio dell'ex colonia penale di Tramariglio giaceva abbandonato e in condizioni di forte degrado negli scantinati di San Sebastiano. Nel luglio 2013, con l'inaugurazione dell'area museale dedicata all'agente di custodia Giuseppe Tomasiello, si poté dire completato il lavoro di 6 detenuti in regime di articolo 21: dopo 50 anni rividero la luce 3.958 fascicoli, 12.382 carte sciolte, 100 metri lineari e 750 chili di documenti. Da lì l'idea di allestire a casa Gioiosa un moderno centro di documentazione e consultazione, ma anche allestimenti multimediali con ricostruzioni tridimensionali della vita della colonia penale.

«Il valore di questo progetto sta nella possibilità di riscatto che forniamo a dieci detenuti» , conferma Giovanni Antonio Farris; «Sono loro i principali testimonial di quel che il Parco vuole essere, senza dimenticare la propria identità», fa eco il direttore di villa Gioiosa, Vittorio Gazzale. Al loro pensiero si allinea anche il Comune di Alghero. «Questo progetto concede alle persone coinvolte un'opportunità di riscatto attraverso la creazione di relazioni nuove e il confronto con i volti e le storie del passato», dice il vicesindaco, Raimondo Cacciotto.

Al di là dei risvolti sociali, per il Parco il progetto ha un potenziale ritorno economico. «Restituire alla comunità la propria memoria storica rappresenta una chance in più sul piano promozionale e turistico - conclude Farris - per il Parco è importante essere l'espressione di tutto ciò che di eccellente il territorio esprime, a iniziare dalle vicende umane».

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