La Nuova Sardegna

Alghero

Pd: «Sui nomadi scelte sbagliate»

Per il coordinatore locale Salis il trasferimento si risolverà in una “deportazione”

16 dicembre 2014
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ALGHERO. La segreteria del Pd contesta il piano elaborato dalla giunta per lo sgombero del campo nomadi dell’Arenosu in quanto presenta «lacune e punti di debolezza, con soluzioni molto discutibili». La nota a firma del segretario Mario Salis sostiene poi che «se è vero che lo sgombero è reso necessario dalle precarie condizioni abitative e dalla presenza di sostanze dannose per la salute degli esseri umani, è altrettanto vero che le soluzioni prospettate per la sistemazione dei diversi nuclei familiari coinvolti non sono coerenti e bilanciate con i valori, le strategie, gli obiettivi quali partecipazione, coinvolgimento e condivisione, più volte enunciati da questa amministrazione in campagna elettorale». Per il Pd è infatti «discutibile e non condivisibile la scelta di spostare il campo dall’Arenosu a Mamuntanas, con la quale in definitiva si deportano uomini, donne e bambini da un ghetto a un altro, situato in una zona distante dal centro abitato, in una situazione di totale isolamento». Il Pd sostiene poi che «la sistemazione in alloggi, realizzata per alcuni nuclei familiari, deve, con la collaborazione delle associazioni di volontariato, essere estesa a tutte le famiglie». Il documento ribadisce poi che «il processo di integrazione non può e non deve terminare con la messa a disposizione di immobili, ma necessita di interventi di sostegno economico, culturale ed educativo di cui l’amministrazione ha il dovere di farsi carico a protezione e garanzia di tutti i cittadini algheresi ospitati e ospitanti». Il vero percorso di integrazione deve, secondo il Pd, «toccare anche aspetti più strettamente legali, relativi ad esempio alle problematiche di inquinamento ambientale e alle abitudini di acquisizione delle risorse per il sostentamento, ma deve essere garantito il rispetto della legge con azioni di monitoraggio regolari. Condividere la vita nella nostra comunità comporta per tutti diritti e doveri». (g.o.)

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