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La presunta molestatrice si difende: «Sono colpevole e vittima»

di Andrea Massidda
La presunta molestatrice si difende: «Sono colpevole e vittima»

Davanti al gip la donna arrestata accetta le contestazioni ma accusa l’amante, poi ricorda al magistrato che l’uomo era già stato denunciato per averla picchiata

27 novembre 2014
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ALGHERO. È stata arrestata per stalking nei confronti dell’uomo con cui per anni aveva avuto una relazione clandestina. Ma il bello - si fa per dire - è che i carabinieri le hanno stretto le manette ai polsi proprio lunedì scorso, cioè nel giorno in cui in tutto il mondo si ricordava il dramma della violenza sulle donne. Tuttavia, quando ieri la quarantaduenne algherese protagonista di questa vicenda un po’ paradossale si è presentata davanti al gip del tribunale di Sassari Antonello Spanu, non ha negato le responsabilità che le attribuisce il sostituto procuratore Gianni Caria (in particolare quella di aver minacciato pubblicamente l’ex amante usando un coltello a serramanico).

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Ma, con accanto il suo difensore Elias Vacca, durante tutto l’interrogatorio di garanzia ha spiegato al magistrato di essere contemporaneamente colpevole e vittima di una relazione complicata, a tratti oggettivamente squallida, nella quale il ruolo di aguzzino e vessato era in qualche modo interscambiabile. Al punto che l’autore della denuncia (ossia l’ex amante) è stato anch’egli denunciato più volte per maltrattamenti nei confronti della donna ora rinchiusa in una cella del penitenziario di Bancali.

In sintesi: le persecuzioni da parte di lei, sì, ci sono effettivamente state. Ma soltanto come conseguenza - almeno questa è la tesi della donna - di un rapporto turbolento, iniziato con grandi bugie e continuato con botte da orbi (lui l’avrebbe pestata arrivando a fratturarle anche un dito), foto hard divulgate tra amici e scambi di sms da far accapponare la pelle. Messaggi dal contenuto irripetibile - anche perché vengono coinvolte persone estranee ai fatti - che andrebbero interpretati leggendo il “botta e risposta” e non solo gli invii della donna.

Per l’indagata, dunque, la vera differenza con il suo ex amante è che lui si è rivelato più accorto, mentre lei, «ingenuamente», dopo i vari litigi è persino andata a trovarlo nel suo bar, luogo dove lo avrebbe minacciato davanti a testimoni. Secondo l’avvocato Vacca, che ha chiesto per la sua assistita una misura cautelare più lieve (gli arresti domiciliari), la vicenda andrebbe ricostruita tenendo conto che i due si tormentavano a vicenda.

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