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Campo rom nelle borgate e scoppia la rivoluzione

di Pinuccio Saba
Campo rom nelle borgate e scoppia la rivoluzione

I residenti e il Comitato di Rinascita della Bonifica contestano il Comune. Individuate le aree idonee a Sa Segada, Santa Maria La Palma e Maristella

21 novembre 2014
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ALGHERO. Il Comune si appresta ad affrontare uno dei problemi più spinosi e cioè lo spostamento del campo rom dalla pineta dell’Arenosu. E subito si accende la polemica. Nei giorni scorsi, infatti, alcuni dirigenti comunali hanno effettuato una serie di sopralluoghi nelle borgate di Maristella, Santa Maria La Palma e Sa Segada e questo è stato sufficiente a far scattare la protesta del Comitato di Rinascita della Bonifica, secondo il quale «le borgate di Alghero non sono integrate con la città che le ha dimenticate da decenni. Imporre questo tipo di integrazione in borgate già degradate non è certo una soluzione al problema, neppure temporanea».

Sempre secondo il Comitato, la delegazione comunale avrebbe individuato le aree idonee ad ospitare il campo rom, aree recintate, dotate di energia elettrica e servite dalla rete idrica. A Se Segada, ad esempio, l’area individuata dovrebbe essere quella del vecchio campo di calcio, ormai inutilizzato da anni.

Va detto che quello del campo rom è un problema vecchio di anni, che le passate amministrazioni non sono riuscite a risolvere. Dallo scorso anno, poi, sul campo di Fertilia pende un’ordinanza di sgombero notificata ai capifamiglia, anche se poi non c’è stato alcun effetto pratico. E nei mesi scorsi si sono moltiplicate le protesta dei residenti di Fertilia, anche in seguito agli accertamenti della Asl di Sassari che avrebbero riscontrato nell’area concentrazioni superiori ai limiti consentiti di diossine e metalli pesanti.

Per lo sgombero del campo rom il Comune avrebbe anche stanziato le somme necessarie ai primi interventi (100 mila euro), ma resta l’incognita della tempistica. Impossibile, poi, mettere in pratica il progetto che prevedeva l’integrazione delle famiglie rom assegnando loro un alloggio, una scelta che avrebbe scatenato la protesta di tutte quelle famigli che da anni attendono un casa popolare. Non restano che le periferie e le borgate dove i residenti, però, non «sono pronti ad accettarlo e si sta prevedendo una mobilitazione – sottolinea il Comitato di Rinascita –. Inoltre non lo riteniamo un segnale di distensione verso un territorio che, a causa dell’abbandono dell’amministrazione, si è visto costretto ad avviare l’iter per la costituzione del nuovo comune di Porto Conte».

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