La Nuova Sardegna

Alghero

Siti archeologici, turisti in calo

di Pinuccio Saba
Siti archeologici, turisti in calo

Scarsa pubblicità e trasporti inesistenti limitano il flusso dei visitatori a Palmavera e Anghelu Ruju

08 novembre 2014
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ALGHERO. Con le sue 38 sepolture la necropoli prenuragica di Anghelu Ruju è la più vasta e importante della Sardegna. Altrettanto importante (anche se non maestosa come altre) la reggia nuragica di Palmavera. Due poli di attrazione per quei turisti che non si accontentano del binomio sole-mare. Due tesori (il primo risalente al 3200 a.C.; il secondo al XVI secolo a.C.) che meriterebbero le attenzioni di tutte le istituzioni del territorio. Ma, nonostante il valore culturale di questi due siti, il flusso turistico non è quello che meritano. Il 2014 poi, è stato un anno orribilis, che ha fatto segnare un calo di presenze. Nel 2013 le presenze registrate a Palmavera (fino al 31 ottobre) erano state oltre 24 mila mentre la necropoli era stata visitata da oltre 12 mila turisti; quest’anno Palmavera si è fermato a poco meno di 22 presenze, mentre Anghelu Ruju ha fatto registrare un calo più contenuto, poco sotto le 12 mila visite. Numeri che tengono conto delle visite individuali, dei gruppi organizzati, delle scolaresche. Le ragioni di questo calo? Tante, a partire dalla poca pubblicità (anche se Palmavera è avvantaggiata perché si affaccia sulla strada delle spiagge) per finire alla scarsità di servizi. Tutto si regge sull’inventiva della cooperativa “Silt” che gestisce i due siti, oltre alla Tomba 1 del complesso sepolcrale prenuragico di Santu Predu, sulla vecchia strada per Ittiri.

La necropoli di Anghelu Ruju è segnalata con un cartello a poche centinaia di metri dal sito «e molti turisti arrivano qui cercando il vino “Anghelu Ruju” – spiega Giuseppe Tanda, socio della coop Silt –. Va anche detto che una grossa mano ce la da la Sella & Mosca, che ci invia i turisti al termine della visita delle cantine. Qui però abbiamo ben poco per accogliere i turisti. Non abbiamo energia elettrica, acqua, servizi igienici». Lo scorso anno la Regione aveva avviato la costruzione di un punto di ristoro (simile a quelli installati in altri siti archeologici), ma dopo un mese i lavori si erano interrotti per riprendere solo pochi giorni fa. A Palmavera la coop ha allestito un piccolo punto di accoglienza, ma i problemi sono gli stessi. Senza dimenticare la mancanza di collegamenti con i mezzi pubblici. Che passano davanti ai due siti, ma seguono altre logiche con una frequenza minima di due ore. Infine la tutela dei due siti, che mostrano l’oltraggio delle intemperie. Ad Anghelu Ruju le famose “protomi taurine” (teste di toro stilizzate) che decorano l’ingresso di una delle domus de janas stanno sparendo, a Palmavera sarebbe necessario un intervento di consolidamento soprattutto del villaggio. Ma la risposta è sempre la stessa: non c’è una lira.

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