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Delitto di Maristella, il pm: 30 anni per Soddu, 16 per Iacono

di Pinuccio Saba
Delitto di Maristella, il pm: 30 anni per Soddu, 16 per Iacono

Agostino Salis era stato massacrato a bastonate, l’arma del delitto recuperata dai sub della polizia nelle acque del porto

01 novembre 2014
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ALGHERO. Condanna a trent'anni per Antonio Soddu e a sedici per Dimitri Iacono, accusati di aver ucciso a bastonate, nella notte fra i il 17 e il 18 febbraio scorso, Agostino Salis. Queste le richieste del pubblico ministero Gianni Caria al termine della requisitoria del processo che si sta svolgendo col rito abbreviato davanti al giudice per le udienze preliminari di Sassari Giuseppe Grotteria. L'omicidio era stato stato scoperto la mattina del 18 febbraio quando alcuni passanti avevano notato, nelle campagne di Maristella, a pochi chilometri da Alghero, il corpo insanguinato di un uomo. Era quello di Agostino Salis, un cameriere di 46 anni, con un passato movimentato.

Salis era stato massacrato a bastonate, due delle quali erano risultate mortali. Le indagini della polizia avevano portato al fermo di tre persone, una delle quali era risultata del tutto estranea al delitto. Gli altri due erano gli attuali imputati: Antonio Soddu di 26 anni e Dimitri Iacono di 22. Per gli investigatori non era stato difficile ricostruire quanto accaduto a Maristella: mesi prima ad Antonio Soddu era stato rubato il portafogli e qualcuno gli aveva riferito che il ladro poteva essere Agostino Salis. Quest'ultimo chiedeva insistentemente di conoscere il nome di questo qualcuno, un vero e proprio assedio nei confronti di Soddu che però non aveva mai esaudito la richiesta di Salis.

Fino a quella notte quando Salis incontra Soddu in un bar del centro di Alghero e insiste per avere quel nome. Soddu, spazientito, lo invita a seguirlo in un luogo appartato. Con loro, in auto, ci sono anche Dimitri Iacono e una quarta persona, poi scagionata. Arrivati a Maristella scoppia la lite e Soddu colpisce Agostino Salis con un bastone. Un pestaggio al quale partecipa, almeno secondo la ricostruzione del pm Gianni Caria, anche Dimitri Iacono. Soddu però, infierisce su Salis ormai privo di sensi, forse già moribondo: dal cofano dell'auto prende un attrezzo agricolo col manico di vetroresina (che verrà recuperato dai sommozzatori della polizia nel porto di Alghero) e lo colpisce almeno un'altra volta. Poi i tre rientrano in città.

Nel corso della requisitoria il pm ha voluto sottolineare le differenti posizioni processuali dei due imputati. Secondo Gianni Caria, Dimitri Iacono avrebbe colpito Salis con un pugno, avrebbe cioè partecipato attivamente al pestaggio del cameriere. E non avrebbe fatto nulla per fermare Antonio Soddu. Che, secondo il pm, resta comunque il principale responsabile del delitto. Con l'aggravante di aver utilizzato un “mezzo insidioso”, un attrezzo che Soddu teneva nel cofano dell'auto e che sapeva avrebbe potuto cagionare la morte di Agostino Salis. Non si può parlare di premeditazione, secondo il pm, ma il comportamento di Soddu non solo esclude la possibilità di concessione delle attenuanti generiche, ma diventa un'aggravante specifica che in caso di processo davanti ai giudici della corte d'assise, comporta la pena dell'ergastolo.

L'aver scelto il rito abbreviato concede all'imputato il beneficio dello sconto di un terzo della pena che in questo caso si tramuta in trent'anni di reclusione. Al termine della requisitoria dl pm sono intervenuti i legali di parte civile, gli avvocati Mattia Doneddu e Agostinangelo Marras, che tutelano gli interessi della madre e del padre di Agostino Salis, mentre il 24 novembre sarà la volta della difesa: gli avvocati Giuseppe Conti e Stefano Carboni per Antonio Soddu, Elias Vacca e Mariano Mameli per Dimitri Iacono.

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