La Nuova Sardegna

Alghero

Primo ostacolo per Bruno nel “nodo” di Maria Pia

di Gianni Olandi
Primo ostacolo per Bruno nel “nodo” di Maria Pia

Curedda chiede che nel documento unico di programmazione si parli di alberghi Il progetto era nel programma del sindaco ma non se ne fa cenno nell’atto scritto

10 settembre 2014
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ALGHERO. Per l’amministrazione guidata da Mario Bruno è forse arrivato il primo segnale politico non favorevole all’interno della stessa maggioranza. Si tratta di un emendamento presentato dal presidente della commissione Urbanistica, Vittorio Curedda, che riguarda l’area di Maria Pia, la vasta estensione terriera a nord della città, compresa tra lo stagno del Calik e il mare, che il vecchio piano regolatore della città indicava quale zona destinata a insediamenti turistico ricettivi. Lo stesso Palazzo dei Congressi, voluto dall’allora assessore al Turismo Marino Lorettu, venne realizzato in quanto doveva dare supporto, con le attività congressuali, alla ricettività dei vicini alberghi.

Ora l'emendamento di Curedda, guardato anche come primo sgarbo istituzionale dei confronti del sindaco, chiede che al documento unico di programmazione in discussione in consiglio comunale, per quanto riguarda Maria Pia, venga inserito il passaggio «la nuova ricettività al servizio della fruizione dell'area dedicata anche a strutture e servizi alberghieri a rotazione d'uso».

Il programma di Mario Bruno in campagna elettorale indicava in Maria Pia, area di grande valore ambientale, praticamente il gioiello di famiglia, destinazioni di tipo ricettivo, ma il Documento unico di programmazione non ne fa cenno in maniera esplicita, almeno come richiesto Vittorio Curedda.

La storia. L’ipotesi di insediamenti alberghieri a Maria Pia decolla ai tempi della giunta guidata da Tonino Baldino quando, con la condivisione dell’allora presidente di Confindustria Stefano Lubrano, nasce il project financig al quale partecipò la “Europrogetti & Finanze” e sul piano operativo la “Fabbroni spa” di Bologna, grosso gruppo di costruttori emiliani. Ma il progetto non piacque al consiglio comunale dell’epoca (amministrazione Tedde) anche perché l'ipotesi era quella di creare un grande villaggio di boungalow. Il progetto cadde quindi per qualche anno nell’oblio fino a quando non venne rilevato da alcuni imprenditori algherese, il gruppo Sofingi della famiglia Giorico, e la 2C Costruzioni dell'imprenditore Isio Camboni.

Consenso unanime. L’idea progetto registra inoltre una votazione unanime del consiglio comunale sugli insediamenti alberghieri e Maria Pia e, successivamente, siamo ai tempi della Giunta Lubrano, ripetuti solleciti alle imprese per proseguire nella progettazione. Prosecuzione che si concretizzò in maniera anche spettacolare con una presentazione a Milano.

Ora l'emendamento di Curedda ripropone il problema e comunque ha il merito di favorire un chiarimento all'interno della amministrazione e sulle progettualità di sviluppo.

Parco urbano. Su Maria Pia da tempo aleggia l'idea di un grande parco urbano con ampia fruibilità turistica e residenziale e la dotazione di servizi. Visione che è ben vista negli ambienti della facoltà di Architettura e sul fronte della sinistra della maggioranza che sostiene Mario Bruno.

C’è anche un’altra tesi, che viene guardata con attenzione dagli albergatori catalani, che è quella di riqualificare il patrimonio ricettivo esistente e soltanto dopo verificare se occorrono nuovi posti letto. Le suggestioni di questa ipotesi sono, tra l'altro, supportate dal fatto che in città e sulla costa algherese insistono impianti vecchi di oltre 40 anni, completamente fuori mercato, loro malgrado, per quanto riguarda l'offerta di servizi di qualità non realizzabili, per quelli sulla costa, per i vincoli delle norme urbanistiche.

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