La Nuova Sardegna

Alghero

progetto “sponda sud”

Meeting giovanile per la pace, centinaia di ragazzi in piazza

Meeting giovanile per la pace, centinaia di ragazzi in piazza

ALGHERO. Un giorno come qualsiasi altro una rondine apre gli occhi e scopre un mondo nuovo, guarda da un altro punto di vista, è pronta a volare. È una delle tante «Rondini di Sponda Sud», il...

23 settembre 2012
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ALGHERO. Un giorno come qualsiasi altro una rondine apre gli occhi e scopre un mondo nuovo, guarda da un altro punto di vista, è pronta a volare. È una delle tante «Rondini di Sponda Sud», il progetto della onlus «Rondine - Cittadella della Pace» di Arezzo, che con «ImPorto la Pace: Dissonanze in Accordo», venerdì sera ha organizzato uno spettacolo nella banchina del porto. Uno spettacolo dal successo annunciato che ha suscitato forti emozioni grazie ai racconti dei giovani provenienti dalla «Primavera araba». Attraverso il laboratorio di arte visiva, un gruppo polistrumentale di 14 elementi, parole e immagini è stato dato il via al forum internazionale «Sardegna, l’isola verso il sud: nuove rotte di pace, sviluppo e innovazione nel Mediterraneo», organizzato dalla onlus in collaborazione con Provincia di Sassari, la Camera di Commercio Nord Sardegna e la Fondazione Banco di Sardegna.

Il Forum, poi proseguito ieri a Sassari, ha rilanciato il programma «Sponda Sud» che coinvolge i giovani della Primavera Araba e quattro studenti sardi – tra cui l’algherese Giovanni Sechi - per cercare di stabilire collegamenti economici e culturali tra Sardegna,Libia, Egitto e Tunisia.

Con una convivenza di sei mesi, corsi di formazione, approfondimenti culturali, i giovani stanno lavorando alla cooperazione tra gli Stati e a un dialogo basato sulla pace. «Il momento di crisi che stiamo attraversando lo risolveremo solo mettendoci l’anima - spiega il presidente di Rondine Franco Vaccari - e l’anima non fiorisce nell’indifferenza, ma nell’amicizia. Vinceremo la scommessa soltanto non separando queste cose. C’è un modo molto forte per sconfiggere la paura ed è quello che fanno i giovani di Rondine: cominciare a conoscersi. Non ci si apre se non si costruisce almeno un po’ di vita interiore».

Così venerdì sera le antiche mura hanno accolto questi giovani testimoni che da varie parti del mondo hanno scelto di vivere la proposta educativa di Rondine: rovesciare l’inimicizia in amicizia. «Vivere, studiare, dialogare con ragazzi di culture e tradizioni così diverse è un esperienza che mi fa scoprire la voglia di guardare oltre i nostri confini – racconta Giovanni Sechi–, il progetto che viviamo nel borgo di Rondine dura tre anni, ma fin d’ora stiamo pensando di realizzare qualcosa a lungo termine, mantenendo i contatti e creando prospettive economiche e culturali per valorizzare i nostri Paesi. La cooperazione è già il futuro per la nostra isola e per l’intero Mediterraneo. Consiglio a tutti i giovani questa esperienza, utile per mettersi alla prova e arricchirsi emotivamente. ma anche professionalmente».

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